Devo Solo Attrezzarmi… un ragazzo, una ragazza e un diario segreto

Irene e Marco, due ragazzi di 15 e 16 anni, hanno un “problemino”. Per sapere qual è basta guardare le iniziali del titolo di questo libro (Devo Solo Attrezzarmi) e la soluzione verrà fuori da sola: DSA, Disturbi Specifici di Apprendimento.

Il problemino dei due protagonisti di questa storia si chiama “dislessia”, una “caratteristica” che fa parte dei DSA e che dà difficoltà nella lettura a ragazzi che sono “normalissimi”, allegri, intelligenti. Quando scoprono di non riuscire a leggere questi ra-gazzi entrano in difficoltà, anche perché familiari, insegnanti, amici, spesso scambiano questo disturbo per svogliatezza o incapacità di capire. Irene e Marco dunque sono dislessici. Pur consci del loro “problemino”, di cui parlano spesso ciascuno nel proprio diario, vivono la vita di tutti i ragazzi della loro età, sapendo bene che la dislessia può essere affrontata non come un “disturbo”, ma come una “qualità” della persona. Basta solo attrezzarsi.

La loro vita quotidiana, infatti, scorre normalmente fra liti con fratelli e sorelle, incom-prensioni a scuola e in famiglia, rapporti complicati con amici e compagni, amori difficili che vanno e vengono. Cosa succederà quando Irene e Marco si incontreranno davvero?

Devo Solo Attrezzarmi 2. Dove Sono Andati?

Irene e Marco, due ragazzi di 15 e 16 anni, hanno un “problemino”. Per sapere qual è basta guardare le iniziali del titolo di questo libro (Devo Solo Attrezzarmi) e la soluzione verrà fuori da sola: DSA, Disturbi Specifici di Apprendimento.

Il problemino dei due protagonisti di questa storia si chiama “dislessia”, una “caratteristica” che fa parte dei DSA e che dà difficoltà nella lettura a ragazzi che sono “normalissimi”, allegri, intelligenti. Quando scoprono di non riuscire a leggere questi ra-gazzi entrano in difficoltà, anche perché familiari, insegnanti, amici, spesso scambiano questo disturbo per svogliatezza o incapacità di capire. Irene e Marco dunque sono dislessici. Pur consci del loro “problemino”, di cui parlano spesso ciascuno nel proprio diario, vivono la vita di tutti i ragazzi della loro età, sapendo bene che la dislessia può essere affrontata non come un “disturbo”, ma come una “qualità” della persona. Basta solo attrezzarsi.

La loro vita quotidiana, infatti, scorre normalmente fra liti con fratelli e sorelle, incom-prensioni a scuola e in famiglia, rapporti complicati con amici e compagni, amori difficili che vanno e vengono. Cosa succederà quando Irene e Marco si incontreranno davvero?

La patente

Irene e Marco hanno deciso di darvi una mano! Dopo aver scritto i loro due diari (Devo Solo Attrezzarmi 1 e 2) raccontando le tipiche esperienze dei ragazzi con DSA, adesso hanno deciso di parlare di alcune situazioni pratiche particolarmente difficili in cui si sono trovati, prima fra tutte la preparazione della patente. Andiamo quindi direttamente al sodo con qualche consiglio e qualche astuto trucchetto per superare le più temibili prove di cui è disseminato questo terreno.

Ecco alcuni dei temi del libro:

  • Documenti, moduli, certificati e bollettini: come cavare le gambe da queste pratiche
  • Il linguaggio dei quiz: occhio ai tranelli
  • Per imparare i cartelli: qualche consiglio pratico
  • Destra e sinistra: trucchi
  • Il parcheggio: l’incubo di ogni aspirante guidatore
  • Occhio ai pedali: come si fa a non sbagliare

Grazie ai consigli di Irene e Marco sarà più facile per i ragazzi con DSA (ma anche per gli altri) affrontare e superare questi ostacoli.

Studiare latino

Che cos’è il latino e perché studiarlo? È accessibile a tutti, anche agli studenti con DSA? Il latino non è morto: non si parla più, ma lo si può leggere, capire e apprezzare… tuttavia non è certamente la disciplina più amata dagli studenti, soprattutto perché appare ai più un sapere obsoleto, inutile nella vita e nel mondo del lavoro. Per gli studenti dislessici, poi, le difficoltà insite nello studio del latino non sono certamente poche, soprattutto per le modalità con cui viene insegnato ancora oggi nei licei: con una didattica tradizionale, basata sullo studio mnemonico della morfologia e di un insieme di regole sintattiche astratte. Ma allora vale la pena insegnarlo agli alunni con DSA? E come lo si può fare? L’opera affronta questi interrogativi in tre sezioni, denominate “spunti metodologici”, “pratiche operative” e “gli insegnanti raccontano” coinvolgendo studiosi di didattica del latino (e didattica in generale), esperti di ricerca educativa e insegnanti stessi. Ne risulta un’opera “corale”, che offre al lettore non solo le basi teorico-metodologiche per insegnare il latino agli alunni con DSA, ma anche numerosi spunti operativi e testimonianze dal mondo della scuola, che rafforzano il messaggio che il latino è una lingua accessibile anche agli studenti con DSA, purché presentata con gli adeguati strumenti metodologico-didattici.

L’ALBERO DEI VERBI. Mediatore didattico per l’analisi e la declinazione dei verbi predicativi, regolari, in forma attiva e dei verbi “essere” e “avere”.

L’apprendimento delle forme verbali è uno degli ostacoli più grossi che i bambini devono affrontare, eppure fin dai tre anni ciascuno di loro utilizza in modo adeguato anche forme complesse come i participi passati. Questi sono alcuni dei macroscopici motivi che ci hanno indotto a ribaltare lo studio del verbo e a proporre ai bambini in modo semplice e non semplificato una morfologia in stretta relazione con la sintassi. L’albero contribuisce all’emersione della competenza grammaticale implicita grazie alla visualizzazione delle relazioni tra gli elementi processati per opposizione e ad alcune mirate frasi-gancio. Così, cercando di collocare una forma verbale (per esempio “cantaste”), il bambino applica ad alta voce i suoi schemi impliciti e se ne appropria in modo consapevole.